Geraldina Piazza

Il fiume in diagonale

Avete mai guardato una carta topografica di Palermo? Allora prendetene una e osservate. Solo così vi potrete accorgere dove passa il torrente Passo di Rigano, il “fiume sotterraneo”. È proprio sotto il naso di tutti, soprattutto di quelli che ancora ricordano com’era il quartiere “Statua–Libertà” di qualche anno fa. Cominciando da viale Regione Siciliana, ma, probabilmente ancora più a monte, vi accorgerete, percorrendo la via Principe di Paternò, che, sulla vostra sinistra, c’è un grande spazio non costruito, all’altezza del Bar Cristal. Quindi, oltrepassata via Sciuti, sempre alla vostra sinistra, un’altra area, dove, da qualche anno, hanno terminato di edificare una palazzina bassa, mai abitata, quasi spettrale. Scendiamo ancora e, sulla destra ci sono dei palazzi, all’interno di un unico condominio. Sembrano disposti a casaccio, ma, in realtà, sono ai bordi di una diagonale immaginaria che scende dal vostro percorso. Andando ancora avanti si incontra la Villa Sperlinga, non edificata, per fortuna!, e ancora più giù i giardinetti antistanti l’edificio dove c’è la Posta. Nuovo, e costruito con sistemi moderni, su un terreno dove, fino a pochi anni fa, c’era solo una costruzione a un piano, c’è un palazzone grigio con le ringhiere rosse, con la portineria in diagonale davanti a un distributore di benzina, storto anch’esso. Girando dietro il palazzo, sempre in diagonale, scende una stradina privata (via G. Borghi), piena di buche e con una serie di officine, che prosegue la nostra diagonale verso via Gabriele D’Annunzio, dove, da qualche anno, hanno costruito un edificio per uffici, piccolo e stretto, tutto a vetri, in cui c’è la farmacia, ma con, alle spalle, un parcheggio angolato, come è angolato il palazzo che dà su via Libertà, dove un tempo c’era Studer. Per continuare la sua strada sotto il villino Giaconia-Scaduto, che fece edificare mio nonno, a dispetto di chi gli diceva che il posto non era sicuro e sarebbe crollato; e che chiude via Rutelli.

Si continua poi nei meandri dei cortili interni degli edifici di via De Amicis (sempre tagliati in diagonale), fino a scendere su via Marchese di Villabianca, dove c’è il palazzo della banca e di fronte, a specchio, palazzo Zanca, detto di Mezzogiorno perché orientato a sud. Continuiamo la nostra passeggiata in via  Streva, dove, dietro la chiesa, dove c’è una grande area vuota, ora adibita a parcheggio, come è parcheggio la prosecuzione immaginaria della nostra diagonale in via Maggiore Toselli all’interno di un condominio chiuso da un cancello. Da lì in poi le tracce si vedono solo nelle immagini di Google Earth, moderno apparato che ci permette di volare sulle nostre città e che ci fa capire che, attraversando la via Sampolo la sua corsa finisce in mare.

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