Geraldina Piazza

La mia stella

Storia di una stella.
Un giorno, di almeno 50 anni fa, andai a Taormina con papà e mamma. Girando in centro vidi una stella, in ottone e vetro, appesa in uno dei negozietti del corso principale che vendeva arredamento un po’ retrò. Me ne innamorai subito e chiesi ai miei di comprarla per casa. Piaceva anche a loro e mi accontentarono. Avevamo una casa molto piena e finì a illuminare il bagno di mamma. Ma io me la andavo a guardare felice perché faceva proprio una bella luce.
Poi se ne andò papà e anche mamma ci lasciò. E venne il momento, tristissimo, in cui si dovette smontare la casa. Siamo tre figli, ma uno è un po’ stronzo e non ci si può fare niente. E’ nato così. 
Io non chiesi alcun lampadario o luce o applique perché avevo la casa piena, rivolevo solo la mia stella, in ottone lucente. Così la chiesi. E mi fu risposto dal fratello che, ancora una volta si espresse al meglio: “No, perché quella piace a mia moglie e la prendo io”.
Spesso vengo tacciata di prepotenza e di avere un malo carattere, ma, credo, che non sia affatto così…
Molte altre volte sono tornata a Taormina e l’ho sempre cercata senza vederla mai.

Oggi, guardando su uno dei siti a cui sono abbonata, che fa sconti a tempo su articoli d’arredamento, mi è venuto un tuffo al cuore. E’ cromata e non d’ottone ma è uguale uguale. E l’ho comprata. Ma non è bella, la mia stella?

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