Geraldina Piazza

I solitari con le carte

Mi ricordo di un vecchio mazzo di carte posato su una consolle della camera da pranzo. Era formato da due mazzi uniti, uno rosso e uno blu, con il logo de “Il Circoletto”, che mamma riceveva periodicamente in regalo da sua sorella, Presidente di questo club dove si giocava a carte. Venivano sostituite, di frequente, per i giocatori più esigenti Erano usate, poco, ma usate. E invece di buttarle tutta la famiglia ne beneficiava. Finito di pranzare, ogni giorno, mamma si dedicava a questa sua passione che, pian piano, contagiò anche noi figli. Si sedeva, a capotavola, e cominciava una lunga fila di solitari. Ce n’erano per tutti i gusti e parecchi li ricordo ancora. Mi piaceva il rumore che facevano le carte, e il suono secco dell’appoggiata sulla tavola di legno scuro. Anche il rimescolamento mi era familiare e sono suoni ormai perduti. Mio fratello Marcello aveva un piccolo mazzo di carte siciliane pure in bagno, su uno sgabellino bianco, con le quali ingannava il tempo, mentre cercava di assolvere ad altre funzioni! 

Chi fa, ai giorni nostri, ancora un solitario con le carte VERE?

Carte virtuali e fittizie hanno invaso i nostri pc e smartphone, togliendoci il fascino del gesto, della manualità. Alcuni solitari, sul computer, simulano pure il rumore delle carte, ma neanche lontanamente sono in grado di ridare fascino a questo passatempo che non posso non collegare alla mia mamma.

Un pensiero su “I solitari con le carte

  1. Maura de Bernart

    Che bella Giuliana, con le sue carte…. Avevo una vecchia foto di lei con mamma Miriam….ma non so dove sia finita…. Abbracci beneauguranti….

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