Geraldina Piazza

La vita di un altro

burattino viventeMi hanno detto che con i figli è così e che mi devo rassegnare…ma non ci riesco. Sono stanca e ogni tanto mi andrebbe di gettare la spugna, senza ritegno. Mi sento sdoppiata. Da una parte la donna, fatta e sfatta, che ha vissuto la sua vita piena, completa, arricchita da miliardi di esperienze di ogni tipo, che ha buttato alle spalle alcune fasi della vita ormai passate in giudicato, e dall’altra Carlo, quattordicenne convinto che tutto il mondo gli ruoti intorno, viziato dalla vita, dalle circostanze, non da me, certamente, che mi sta trascinando, aggrappandosi con tutte le sue forze, per introiettarmi nella sua vita. Così la sveglia è alle 7. Per noi, non per lui che ci raggiunge a colazione non prima delle 7.20. Quindi si spinge, o si traina, che in fondo è la stessa cosa, per lavarsi, vestirsi, preparare lo zaino, “hai preso i soldi per la merenda?” “la giustificazione per l’assenza era sul tavolo, dov’è?” “e l’ombrello ce l’hai nello zaino che forse piove?” Quindi si aspetta il messaggio per sapere se l’interrogazione è andata bene o il compito di matematica era facile o difficile. Alle 13 si preparano i panini, ci si mette in macchina e si va a prenderlo per andare a Mondello all’allenamento. Finisce e, al ritorno: “Hai recuperato la muta?” “ti sei lavato la testa?” In macchina di corsa a casa dove si ricomincia: “Che compiti hai per domani?” “Il libro che ti avevano fregato l’hai recuperato?” “hai chiamato per sapere i compiti di domani?” Un po’ di relax, al pc, qualche cosa da scrivere, qualcosa da stirare e si ricomincia: “Spicciati che ti devo accompagnare all’inglese” “hai telefonato a Lisa per accordarti per la lezione di matematica?” E scendi di nuovo, accompagnalo, vallo a riprendere e, nel frattempo, recupera tutte le mutande che ha lasciato dentro i pantaloni, e le calze a terra, e la luce accesa e la bottiglia dell’acqua fuori dal frigo. Qualcuno dice non fare più niente, non dirgli più niente. Vediamo come se la sbriga… Se la sbriga male, perché rimane passivo, perderebbe il perdibile, arriverebbe tardi a scuola ogni giorno, non farebbe i compiti e molto altro. E noi siamo stanchi. Siamo stati trascinati indietro nel tempo, a compiti che non avrebbero dovuto toccarci più, a impegni che non ci riguardano, a un’età che non ci appartiene.

Eppure è questo essere genitori, solo che noi avremmo voluto GUIDARLO e non vivere la sua vita al posto suo…

3 pensieri su “La vita di un altro

  1. Lidia

    Ci siamo passate tutte quante, solo che ci saremmo dovute porre la questione molto prima dei loro 14 anni! Per te il problema è maggiore perché ne hai uno solo quindi è stato al centro del tuo mondo e lui si è sentito IL Centro del mondo che intanto e lentamente girava intorno a lui, inevitabilmente, non te ne faccio una colpa, l’hai viziato!
    Pensa a chi ne ha 4 o 5 se poteva porsi il problema di “hai fatto i compiti?… hai messo le cose nello zaino?… ti accompagno all’allenamento…. ti raccolgo le mutande e le calze da terra…”
    E intanto tu ti vai annullando, come donna, come essere pensante, come essere umano, e, per fortuna (o per disgrazia) , hai un lavoro che non ti costringe ad essere alle 8 in ufficio ed uscirne alle 16. Non so se sarebbe stato meglio per lui, forse si, si sarebbe dovuto accollare le sue piccole responsabilità, o forse no, avrebbe potuto non fare sport ed incontrare l’amico sbagliato che se lo portava a mala strada, chi può dirlo?
    Non ho suggerimenti da darti, ma poi chi sono per darteli, ma prova con qualche piccolo espediente a fargli assumere qualche piccola responsabilità, comincia da cose banali senza le quali però a lui verrebbe meno qualcosa, tipo non puoi permetterti di buttare i tuoi vestiti per terra perché ho mal di schiena e non li posso raccogliere, fallo tu e metti in ordine la tua stanza altrimenti le cose restano a terra fino a quando le mutande e le calze pulite finiscono e non hai nulla da metterti. Prova, un abbraccio.

    1. Geraldina Piazza Autore dell'articolo

      Lidia sei un’amica, più grande e con due figli adulti. Quindi certo che puoi dare consigli! Ti faccio presente però che nella sua stanza non si può più entrare e che, una settimana sì e una no, va a riprendersi delle mutande del giorno prima perché non ne ha più pulite!!!

  2. Lidia

    Riprova allora con qualche piccola privazione se non sistema la stanza, so bene che è una lotta ìmpari ma abbiamo il dovere di provarci!
    Ah, ti devo dire che dal punto di vista “ordine” io la lotta con Corrado l’ho persa! 😉

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