Storia n.1 – Qualche giorno fa ho assistito a un incidente stradale. Una leggiadra gentildonna, facendo una curva troppo stretta, ha preso in pieno, con la sua lussuosa Mercedes, due macchine posteggiate, facendo un bel danno. Ha ingranato la retromarcia si è “scastrata” dal groviglio di lamiere, e, tranquillamente si è avviata. L’ho seguita, bloccata e è dovuta scendere dalla sua auto. Ma solo per constatare che, in fondo, si era fatta poco o niente. Quindi, in scioltezza, è risalita sulla sua auto e se n’è andata. Incurante del fatto che in molti l’abbiamo vista e io, platealmente, ho scritto la sua targa. Non potendo aspettare che tornassero i proprietari delle auto danneggiate mi sono, incautamente, fidata del posteggiatore (ahimè! abusivo) al quale ho lasciato pure il mio biglietto da visita per farmi rintracciare. Poi, a sera, vedendo che non chiamava nessuno, ho deciso di fare un post pubblico su Facebook sperando, col passaparola, di rintracciare i due tapini… In tre giorni 1362 condivisioni, non so quanti “mi piace”, e complimenti in stile trionfalistico. Fra cui il più bello è: “Je suis Geraldina”!!! E io mi domando…cosa ho fatto di speciale? Assolutamente nulla. Mi sono semplicemente messa nei panni di quelli che, scendendo da casa o dall’ufficio hanno trovato le macchine scripentate senza nessun riferimento per farsi ripagare.
Storia n. 2 – Un povero cristo, che ha lavorato tutta la sua vita mettendo su un impresa che è diventata sinonimo di buona qualità siciliana attraversa un momento difficile. La crisi è crisi. Ma ha un punto vendita di specialità locali, ottime, proprio all’aeroporto, il che vuol dire che chiunque voglia portare al nord i dolcetti siciliani, passa da lui a comprare una cassata, una setteveli o la frutta di martorana. Il tutto confezionato con delle ceramiche, con decori di buon gusto, che ottimamente ci rappresentano ai turisti. E questo, invece, va benone. Il contratto, però, è in scadenza. E come è giusto fare, si chiede un appuntamento al vicepresidente della società che gestisce i servizi del Falcone e Borsellino (ironia della sorte nel nome!), che poi, putacaso, è anche presidente di Confcommercio. Cioè l’associazione che dovrebbe garantirlo. Certo, tutto si poteva aspettare il pasticcere Palazzolo tranne che il sig. Helg, che aveva pure istituito uno “sportello della legalità” volto a contrastare il pizzo, gli chiedesse una tangentuzza da 100.000€ per rinnovargli l’affitto. Credo di poter immaginare come si deve essere sentito…gli sarà caduto il mondo addosso, anche perché, 100.000 € in quanto tempo si devono guadagnare per poter tornare in pari??? Non è una richiesta economica da poco, da poter quasi chiudere un occhio. E’ una pretesa che gli occhi te li cava a vivo, tutti e due. Così il nostro eroe si incazza, va alla Polizia, racconta l’accaduto e torna da Helg armato di registratore. E finisce così che il povero presidente di Confcommercio (“l’ho fatto per bisogno”) cede e confessa la verità solo dopo aver sentito la sua voce che ripete la richiesta di tutto quel denaro. Ora tutti trattano Santi Palazzolo come un paladino della legalità e della giustizia. E anche io ho mandato messaggi di congratulazioni e ho incentivato gli altri a farlo e a andare a comprare da lui appena si può. Ma, come lui stesso candidamente ammette, cos’ha fatto di speciale? Una denuncia, come qualsiasi imprenditore per bene avrebbe dovuto fare. Come fece Libero Grassi, denunciando l’estorsione mafiosa, ha fatto Palazzolo, denunciando un ancor più sordido malfattore. Colui, che, pubblicamente, si proclamava sdegnato da queste pratiche promettendo anatemi a chi si piegava al pizzo. E tutto ciò mi lascia perplessa. Abbiamo così bisogno di eroi che fanno “gesti eclatanti” da vederli anche in persone normali che fanno il loro dovere?