Geraldina Piazza

Le manovre di Tappi

Tappi ormai è come una vecchia zia, di famiglia. Sono venti anni che la guardo passeggiare sul balcone di fronte il mio, all’interno del cortile che unisce le nostre case. Il nome, naturalmente, è di fantasia, trovato da amici che abitavano due piani sotto al suo e che non la sopportavano. Tappi ha più di 80 anni, e una A112 beige che ne avrà almeno la metà. La tiene in garage, al chiuso, non la vedo, dal mio balcone, ma sospetto le metta su una copertina per la notte. Ogni tanto esce. Non so dove vada né a far cosa, ma la sua manovra la sento dalla parte più interna del mio appartamento, opposta al cortile. Chiaramente quest’auto non ha servosterzo, e, se a questo aggiungiamo le sue articolazioni anchilosate, abbiamo fatto bingo! Così, malvagia come sono, appena sento il motore imballato al massimo, corro a affacciarmi con la videocamera. Quella che vi propongo è una delle manovre più ardue perché, oltre a essere rientrata due volte, strisciando anche il fianco destro dell’auto sull’ingresso del box, si accanisce con il muro del cortile tentando di abbatterlo. Comunque lunga vita a Tappi, perché, quando non ci sarà più, mi mancherà moltissimo.

 

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