“L’istinto di conservazione (e altresì comunemente definito istinto di sopravvivenza), è un impulso indirizzato alla conservazione di sé stessi e della propria integrità.
Nel libro “Al di là del principio di piacere” lo psicoanalista austriaco Sigmund Freud definisce il concetto di autoconservazione come pulsione di vita, in antitesi alla pulsione di morte.
L’istinto di sopravvivenza è una forza vitale, una dote grazie alla quale ogni specie costruisce le strategie per non soccombere agli eventi.
Dal greco “αὐτός” esso stesso e dal latino “conservatio”, preservare, il termine autoconservazione si lega al concetto di cura di sé, intesa come protezione del proprio io da situazioni che potrebbero minacciarne l’integrità e la salute. È un istinto naturale, un’attitudine che hanno tutti gli esseri viventi, dagli animali agli alberi, un meccanismo di difesa che porta a proteggersi salvaguardandosi da potenziali minacce e continuando a sopravvivere mantenendo intatta la propria natura e la propria integrità”.
Inizio questo mio scritto con un piccolo collage di definizioni prese ad hoc dal web, che meglio descrivono ciò di cui voglio parlare.
Tutto è scaturito, come sempre, da un avvenimento casuale, accaduto proprio stamattina: trovo in un mio vecchio telefono, spesso disconnesso, una chiamata, naturalmente senza risposta, di poche settimane fa, da parte di una persona che non vedo e non sento più da almeno 3 anni. Mi incuriosisco e mando un messaggio: “Scusa, ho trovato una tua chiamata sul vecchio numero, ti serviva qualcosa?”
La risposta è stata: “Non ricordavo di averti chiamato, probabilmente mi è scappata. Comunque con l’occasione ne approfitto per salutarti”. Chiuso.
Nella mia turbolenta vita ho sempre vissuto di odii e grandi passioni, alternate. Spesso subìte. Tante di queste persone appartengono alla categoria “Io me la canto e me la suono”…!
Se mi piaci o mi fai simpatia puoi star certa che mi butto nel fuoco per te, ma se ti comporti come uno stronzo/a, o mi fai qualche cattiveria devi solo sperare che ti dimentichi in fretta. Sono tanto generosa quanto odiosa e implacabile. Non sono vendicativa perché penso, con molta immodestia che già, non essere più nel mio cerchio magico, è una punizione sufficiente, e, in ogni caso, se sei così cretino da aver litigato con me senza cercare un qualsivoglia chiarimento, prima o poi ti farai del male da solo!
Ho fatto gesti magnifici (lasciatemelo scrivere) verso molte persone. Ho messo a disposizione la nostra casa, la mia capacità organizzativa e lavorativa, le mie risorse economiche e molto altro senza ricevere nulla in cambio (cosa che non volevo affatto) ma mi sono resa conto che più fai più viene preteso, e il non fare pesare quello che si dà rende scontato ogni gesto, quasi dovuto.
Cosicché mi accorgo, a posteriori, che qualcuno si offende. Spesso lo vengo a scoprire casualmente o me ne rendo conto al terzo invito rifiutato senza un vero motivo, quando poi non ricevo direttamente degli sgarbi plateali. Che, secondo chi li perpetua, dovrei assorbire con nonchalance in virtù del fatto che “tanto a te non ti pesa”, “tu sei forte di carattere”, “sai arrangiarti e non hai bisogno”…ecc.
Così lascio andare, senza trattenere nessuno. Semplicemente mollo la presa.
E qui entra in ballo il mio “istinto di conservazione” su citato.
Quanto tempo è passato? Sei mesi? Un anno? La persona mi è mancata? Ho sentito struggente il bisogno di parlarle, della sua compagnia?
Se la risposta è no, ché anzi sono stata più tranquilla, più rilassata (perché queste persone sono un po’ “vampiri energetici”) allora ti terrò alla larga per il resto dei miei giorni, perché, se sei stato/a capace di farmi star male, con bisticci inutili unilaterali, puoi rifarlo, ed io mi devo difendere e devo evitare che tu mi nuoccia nuovamente.
E siccome ho introdotto un nuovo termine, vi racconto cos’è il vampiro energetico, figura certamente presente nella vita di tutti voi e che dovete allontanare immediatamente per la vostra sopravvivenza poiché non sapete nemmeno perché ma quell’amico/a vi sta prosciugando. Finta niente!
Dal Web:
“All’inizio sembrano migliori delle persone comuni. Sono brillanti, affascinanti. Piacciono, ti fidi di loro, ti aspetti di più da loro che dalle altre persone. Poi vedi che sono estremamente critici, controllanti, narcisisti o, in generale, molto negativi e manipolatori.”
Vi è mai capitato di stare accanto a qualcuno per un incontro e in seguito sentirvi stanchi e demotivati?
Oppure trovarvi per parlare con qualcuno e non riuscire neanche a dire una parola, perché la persona in questione ha rovesciato su di voi tutte le sue frustrazioni?
A volte può capitare di aver bisogno della spalla di qualcuno o di un appoggio, ma ci sono persone che non fanno che prendere qualcosa dalle relazioni senza dare niente in cambio.
I loro problemi sono sempre i peggiori. Davanti a una situazione difficile per voi fanno presto a scomparire. Ritengono infatti che nessuno viva in una situazione peggiore della loro, indipendentemente dai problemi degli altri.
Non seguono le regole. Credono di avere il diritto di non rispettare le regole che seguono gli altri. Non solo le regole pratiche, ma anche regole che implicano rispetto e amore. Non fanno la fila, non rispettano i limiti di velocità, saltano i turni, non sono mai puntuali, interrompono le conversazioni quando vogliono, …
Devono essere al centro dell’attenzione. I vampiri emotivi sono spesso persone con bassa autostima e che, pertanto hanno bisogno che le altre persone li notino per assicurarsi di avere valore.
Non commettono mai errori, non sbagliano mai e le loro motivazioni sono sempre pure. Non si assumono la responsabilità del proprio comportamento, soprattutto quando porta a conseguenze negative e deresponsabilizzano sugli altri le loro azioni.
Non sopportano di sentirsi dire NO.“
Avanti, ora che avete letto, quanti ne conoscete? Quanti ne avete sul collo che vi succhiano l’energia vitale? Liberatevene! Anche questo è istinto di sopravvivenza!