Geraldina Piazza

Il toro meccanico

Questa città mi corrobora e mi tiene in forma, la trovo estremamente stimolante. Ogni uscita è come un allenamento. A quale sport? A quello dello stare in equilibrio sul toro meccanico.

Mechanical Bull C

Avete presente quei film americani dove c’è un bel locale dove si suona musica country e si beve birra al banco? Un po’ fumoso e pieno di cowboy pronti a sfidarsi. C’è sempre, oltre al biliardo, un grande recinto con questo aggeggio infernale il cui unico scopo è quello di romperti la schiena. Infatti bisogna cercare di starci sopra, in equilibrio, il più a lungo possibile mentre lui, fissato al centro del recinto, con un perno, comincia ad agitarsi. Ruota, scalcia, ti scuote fino al cervello, e di nuovo sgroppa cercando di buttarti a terra mentre tu reggendoti con una mano sola, preghi il signore di restare intera quando, dopo pochi secondi, perché lo sai che è quella la tua fine, volerai sul grande tappeto morbidoso che lo circonda.

Ecco. Così mi sento io ogni mattina quando prendo la mia adorata vespetta e mi avventuro per la città. 

Ecco la prima sgroppata in via Sammartino, ma no, resisto. E vai con via Terrasanta, per poi proseguire da via Cantore dove una buca ha avuto l’onore della torta con la prima candelina dopo un anno di permanenza. Ma anche la Favorita, e poi la discesa di Valdesi, (ma pure la salita dalla corsia opposta), e via Castelforte, per poi tornare in città a saggiare eroicamente l’asfalto. 

Ogni uscita è come una gara col toro meccanico, in cui non ho alcuna certezza di restare in sella fino alla fine, solo che se mi scrolla a terra io non ho i tappetini, ma solo la strada, ruvida e dura.

Renzino Barbera ci fece una poesia, mirabile, spiritosa ma veritiera: “La scaffa”. Lui ci rideva.

Io un po’ meno. 

La “scaffa”

Sintissi, amicu mio,

Nun mi dicissi “camurrusu”,

Ma c’è pirtusu e pirtusu!…

La scaffa Siciliana

E’ n’antra cosa, scaffa ca vali!

Nun è la scaffa usuali…

Sittintrionali…

Ca campa, massimu, ‘na simana e menza,

Priva d’esperienza.

Nuàtri avemu scaffe greche!

Normanne! d’ Aragona!

E unu …ci s’affeziona!…

Ju nni canusciu una,

Alla Circunvallazioni,

Ca è pi mia comu ‘na passioni.

La vitti nasciri, fui a la so comunioni

(Tra idda e un cupirtuni).

Ora… ch’è fatta granni!

N’ha fattu danni!

Quannu cci passu, staiu cu l’occhi vasci…

Idda chi fa?… m’arricunusci,

E mi cafudda un cuorpu

(Accussì, pi confidenza,)

E suspinsioni mi nni scassa menza.

Avantieri passavi e nun sintivu nienti.

Che dispiaceri!… turnavu pricipitosamenti:

“Vo’ vidiri c’attupparu, ‘sti disgraziati?”

Ma quannu mai!…

Eranu du’ carr’armati,

Ca dintra ‘a scaffa s’aviano sdirrubatu.

Idda era dda, bedda e sciaquata,

Ca mi taliava tutta ‘nnammurata.

Renzino Barbera


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